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Whatever it takes, parte II

Post Cover - Whatever it takes, parte II

Mario Draghi è il Presidente del Consiglio dei Ministri. La turbolenta politica italiana ha dato vita al terzo governo della legislatura, guidato da colui che può essere definito, senza timore di esagerare, l’italiano in vita più autorevole al mondo. Il prof. Draghi per la prima volta nella sua carriera riveste un ruolo completamente politico, in un momento storico dove sul governo, a causa della pandemia, ricadono responsabilità decisionali enormi. Tralasciando le logiche politiche che hanno portato Draghi a diventare premier, questo articolo riguarda le sfide che si troverà ad affrontare e il possibile ruolo che potrebbe riuscire a ritagliare per l’Italia nel contesto comunitario.

La pandemia ha generato la più grande crisi sanitaria, economica e sociale dal dopoguerra. Essendo essa uno shock esogeno globale, ha raggiunto tutti i Paesi del mondo.  Ma in alcuni di essi, tra cui l’Italia, l’entità della crisi ha fatto emergere ancor più di prima gli irrisolti problemi strutturali. Non è un caso che il Belpaese sia il maggior beneficiario degli aiuti europei creati per far fronte alla crisi.

Il fondo Next Generation EU è lo strumento più corposo ed innovativo tra quelli messi a disposizione dall’Unione Europea. Esso è composto da due sezioni: una costituita dai prestiti ed una dai trasferimenti a fondo perduto. All’Italia è stato assegnato un pacchetto di aiuti equivalente a circa 196 miliardi di euro a prezzi correnti[1] di cui 69 mld a fondo perduto e 127 mld tramite prestito.

Una somma senza precedenti per il nostro Paese, circa il 10% del PIL 2019[2], che deve essere utilizzata per far fronte sia ai problemi storici del Paese (giustizia, PA, disoccupazione femminile e giovanile), sia alle sfide del futuro (ambiente, digitalizzazione e infrastrutture). La posta in gioco è altissima, ma il governo gode di un’ampia fiducia e della presenza di ministri “tecnici” nei ruoli chiave per la gestione dei fondi.

Mario Draghi dovrà intraprendere con coraggio scelte difficili sia in ambito sanitario, sia in ambito economico-sociale. Finora, dal punto di vista delle misure di contenimento della pandemia, c’è stata una netta continuità con il governo precedente, dettata dalla recrudescenza del virus e del propagarsi delle nuove varianti.

Alcune scelte hanno fatto scalpore. E’ di pochi giorni fa la notizia del blocco dell’esportazione di 250.000 dosi di vaccino AstraZeneca, prodotte in Italia nello stabilimento dell’azienda ad Anagni e dirette verso l’Australia. La mossa, accolta senza polemiche da AstraZeneca Italia[3], è volta a sollecitare l’azienda a rispettare gli impegni presi con la UE. Tale gesto è simbolico e una tantum, data la quantità minima di dosi bloccate, ma ha un chiaro messaggio politico: l’Italia è stato il primo Stato membro a fare una scelta del genere, con l’appoggio dalla Commissione Europea[4], ma potrebbe non essere l’ultimo.

Nonostante la giusta richiesta di chiarimenti da parte del governo australiano, che non ha alcuna colpa nella vicenda, un dato positivo emerge. Non capita spesso, infatti, che l’Italia faccia da apripista ad azioni del genere. Può questo essere frutto del “effetto Draghi”? In ogni caso, ci si aspetta che l’autorevolezza di Mario Draghi agevoli l’Italia nel processo di recupero del proprio status presso i partners europei. Le prossime riforme del Paese dovranno essere all’altezza della fiducia che è stata riposta dalle istituzioni europee e dai mercati. A differenza del 2012, Draghi questa volta dovrà decidere da politico e non da tecnico. Più facile a dirsi che a farsi.

Da giovane europeo mi auguro che l’Italia riesca ad entrare in una traiettoria di medio-lungo termine che tenga conto delle generazioni future, troppo spesso considerate solo nella retorica politica e non nei fatti. E’ l’unica strada per spezzare il circolo vizioso delle (mancate) riforme italiane e trasformarlo in un circolo virtuoso. Forse il “Whatever it takes” (parte II) è già iniziato.

 

Andrea Scipione

CIVITAS EUROPA - Divisione Economia

 

 

 

Note:

[1] Cifra confermata dal Ministro delle Finanze Daniele Franco in audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, in data 8 marzo 2021

[2] Preso a riferimento dalla Commissione Europea per stimare l’erogazione dei prestiti e trasferimenti di Next Gen. EU

[3] AGI.it, L’ad di AstraZeneca: “Capiamo la decisione dell’Italia”, 5 marzo 2021

[4] Huffington Post, UE contro AstraZeneca, 8 marzo 2021

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