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Problemi di vicinato: le relazioni Ue-Russia

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Per quanto riguarda le relazioni internazionali dell'Unione Europea, quelle con la Russia sono senz'ombra di dubbio tra le più importanti. La Russia è l'imponente vicino orientale dell'Unione. Finlandia, repubbliche baltiche e Polonia sono gli stati membri che confinano con essa. La continuità geografica è quindi il primo fattore che ci impone di focalizzare l'attenzione sulle relazioni tra Bruxelles e Mosca, mentre la storia degli ultimi due secoli ci ricorda quanto la Russia sia influente negli affari europei.

Dal punto di vista legale, le relazioni russo-europee sono regolate dall'Eu-Russia Partnership Cooperation Agreement entrato in vigore nel 1997. Tale accordo regola diversi aspetti della relazione, come le istituzioni create ad hoc per favorire il dialogo politico, il commercio di beni, gli investimenti, la circolazione di capitali, la protezione della proprietà intellettuale e industriale, eccetera. Nel 2008 iniziarono i negoziati per il New Eu-Russia Agreement che avrebbe dovuto fornire un quadro generale più specifico per regolare la relazione. I negoziati furono difficoltosi e procedettero a rilento, infine furono fermati nel 2012.

Un altro documento molto importante, sebbene non riguardi direttamente le istituzioni europee, è il protocollo di Minsk II firmato il 12 febbraio 2015 da Francia, Germania, Ucraina e Russia. Lo scopo di tale accordo era garantire un cessate il fuoco duraturo nel Donbass, la regione dell'Ucraina sud-orientale in cui i separatisti filo-russi proclamarono l'indipendenza nella primavera del 2014. Sebbene nel Donbass si combatta ancora, anche se a un'intensità ridotta rispetto al periodo aprile 2014-febbraio 2015, il protocollo di Minsk II è importante perché il rinnovo delle sanzioni nei confronti della Russia è stato giustificato sulla base del mancato rispetto da parte di Mosca delle clausole di tale documento.

Dal punto di vista diplomatico, le relazioni russo-europee hanno segnato il loro minimo storico in seguito all'annessione della Crimea e al coinvolgimento russo nella guerra del Donbass nel 2014. Unione Europea e Stati Uniti imposero sanzioni, diplomatiche ed economiche, alla Russia alle quali quest'ultima reagì con un embargo sui prodotti agro-alimentari europei. Da allora le relazioni tra Mosca e Bruxelles non sono più migliorate, anzi. Le sanzioni continuano ad essere rinnovate periodicamente mentre eventi come il deciso intervento russo in Siria e l'avvelenamento dell'ex agente segreto Sergej Skripal e di sua figlia hanno inasprito ulteriormente gli animi.

Vale la pena precisare che gli eventi del 2014 si inserirono in una tendenza cominciata già nel decennio precedente. L'annessione della Crimea e il coinvolgimento nel Donbass non furono fulmini a ciel sereno che guastarono le ottime relazioni tra Russia ed Unione Europea, e Occidente in generale. In altre parole, tali relazioni avevano già cominciato a incrinarsi all'incirca un decennio prima. Gli eventi del 2014 ne sancirono la rottura. L'espansione verso est della Nato, le critiche alla condotta russa in Cecenia e l'appoggio di alcuni paesi occidentali alle rivoluzioni colorate in Ucraina e Georgia, che furono repubbliche sovietiche, sono alcuni degli eventi che hanno contribuito al deterioramento delle relazioni tra Russia e Occidente nel corso degli anni Duemila.

Il discorso pronunciato dal presidente russo Vladimir Putin il 10 febbraio 2007 in occasione della conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera portò alla luce tutte le differenze tra Russia ed Occidente. Putin denunciò l'espansione verso oriente della Nato e l'unilateralismo americano. Nell'agosto dell'anno seguente Mosca intervenne militarmente in Georgia in sostegno delle due repubbliche auto-proclamate di Abcasia e Ossezia del Sud, riaffermando la propria sfera d'influenza nel Caucaso meridionale.

Il piano su cui poggiavano le relazioni tra Russia e Occidente si inclinò negli anni Duemila. Nel corso degli anni i rapporti sono scivolati verso il basso e infine hanno toccato il fondo nel 2014.

In merito alle relazioni diplomatiche occorre però fare un'importante distinzione. Sotto la politica estera comunitaria scorrono infatti le politiche dei singoli Stati. In poche parole, gli Stati membri dell'Ue non sono tutti anti-russi allo stesso modo. La Polonia e le repubbliche baltiche sono i paesi più russofobi mentre i paesi più grandi, in particolare l'Italia ma anche la Germania, lo sono molto meno. Da questo punto di vista l'uscita del Regno Unito ha rafforzato lo schieramento meno anti-russo, giacché Londra è convintamente russofoba. Ciononostante, questa distinzione non è risultata in un mutamento della postura dell'Ue nei confronti della Russia. Bruxelles infatti continua a rinnovare le sanzioni.

Sebbene abbiano risentito del peggioramento del clima politico, le relazioni commerciali tra Russia ed Ue rimangono importanti. Nel corso dello scorso decennio il commercio russo-europeo è diminuito, tuttavia la Russia è pur sempre il quarto partner commerciale dell'Ue. La Russia rappresenta la quarta destinazione per l'export dei prodotti Ue (85,3 miliardi nel 2018) e la terza fonte d'importazione di prodotti (168,3 miliardi nel 2018). Per la Russia l'Ue è invece il primo partner commerciale e la prima fonte di investimenti.

Osservando le tipologie di beni scambiati si nota una certa asimmetria. L'Ue esporta in Russia macchinari, mezzi di trasporto, medicinali, prodotti chimici ed altri manufatti mentre la Russia esporta nell'Ue materie prime, in particolare petrolio (greggio e raffinato), gas e metalli. Si tratta di una relazione asimmetrica: mentre l'Ue esporta in Russia prodotti dall'alto valore aggiunto, Mosca esporta verso il vicino occidentale materie prime dal basso valore aggiunto.

Dal punto di vista energetico l'Ue è saldamente legata alla Russia. Infatti essa è la prima esportatrice verso l'Ue di petrolio, gas, uranio e carbone. In pratica Mosca fornisce l'energia necessaria per far prosperare l'economia europea. Questo legame è un fattore strategico di primaria importanza.

Negli ultimi anni tale legame energetico è stata politicizzato, nel senso che gli Stati Uniti, i quali percepiscono la Russia come avversario strategico, hanno fatto pressione sull'Ue affinché diversificasse le fonti di approvvigionamento energetico, in modo da ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi. Da ciò derivano l'annullamento del progetto South Stream – un oleodotto che avrebbe portato il gas russo in Europa meridionale passando per Mar Nero e Balcani – e le pressioni americane per la costruzione del famigerato Tap (Trans Adriatic Pipeline), che porterà il gas azero in Italia.

L'ostilità statunitense nei confronti del legame energetico tra Ue e Russia è dimostrata dall'imposizione di sanzioni bipartisan da parte del Senato contro le società coinvolte nella costruzione dell'oleodotto Nord Stream 2, che raddoppierebbe la portata del già esistente Nord Stream portando il gas russo in Germania attraverso il mar Baltico. L'imposizione di sanzioni contro Nord Stream 2 è la dimostrazione del fatto che gli Stati Uniti intendono ridurre la dipendenza energetica europea dalla Russia.

In conclusione, si può affermare che gli elementi caratterizzanti le relazioni russo-europee sono almeno tre. Gelo dal punto di vista diplomatico a partire dal 2014 anche se il sentimento anti-russo conosce diverse sfumature all'interno dell'Unione; importanti relazioni commerciali caratterizzate da asimmetria; stretto legame energetico osteggiato dagli Stati Uniti.

Visto il perdurare della crisi a livello politico e diplomatico l'Ue si trova di fronte a un dilemma, ma ciò vale anche per l'Occidente in generale. Il cattivo stato delle relazioni diplomatiche è un dato molto importante perché influenza in modo negativo tutti gli altri tipi di relazione. La tensione tra Occidente e Russia rappresenta in primis una minaccia alla sicurezza internazionale, perciò sarebbe auspicabile l'abolizione delle sanzioni e la normalizzazione delle relazioni. Tuttavia, non è nemmeno possibile riprendere le relazioni diplomatiche come se la Russia non avesse mai annesso la Crimea con la forza. In ciò consiste il dilemma che analizzeremo più approfonditamente in un successivo articolo.

 

CIVITAS EUROPA – DIVISONE RELAZIONI INTERNAZIONALI

Massimiliano Palladini

 

 

Fonti

Marco Ghisetti, “La reciproca percezione di Russia ed Ue” in “Mare nostrum o mare alienum?”, Eurasia. Rivista di studi geopolitici, 2/2020, pp. 141-154.

https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/35939/european-union-and-russian-federation\_en

https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/177/russia

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=LEGISSUM%3A28010102\_2

“Bill imposing sanctions on companies building Russian gas pipeline heads to White House”, reuters.com, 17 dicembre 2019. Ultimo accesso 26 aprile 2020.

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