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Il “Green New Deal”: un futuro sostenibile per l’Europa.

Post Cover - Il “Green New Deal”: un futuro sostenibile per l’Europa.

Il Green Deal europeo si pone l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050. L’Unione Europea vuole raggiungere lo stop alle emissioni nette di gas serra dissociando la crescita economica dallo sfruttamento intensivo delle risorse, senza trascurare le categorie e i territori che basano il proprio benessere economico su attività con un impatto sull’ambiente. Il fine ultimo è gestire al meglio la transizione verso il modello di crescita del futuro, agendo per arginare la crisi climatica senza sacrificare il benessere dei cittadini europei.

 

Il raggiungimento di tale obiettivo porrebbe l’Europa alla testa della trasformazione dell’economia globale, resa urgente dalla minaccia costituita dai cambiamenti climatici. Le iniziative messe in campo riguardano un’ampia gamma di settori di policy, dalla produzione di energia alla tutela della biodiversità, passando per i trasporti e l’economia circolare. Le iniziative sullo sviluppo sostenibile costituiscono una componente fondamentale delle previsioni di spesa del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027. Con l’arrivo della pandemia da Covid-19 la “conversione verde” ha acquisito ulteriore centralità nelle intenzioni delle istituzioni europee, che guardano al Green Deal come un fondamentale strumento di rilancio dell’economia del continente.

 

Per comprendere le dimensioni del compito che l’Europa si è prefissata, è necessario fare una panoramica delle varie strategie previste. Partiamo dagli obiettivi generali. Le istituzioni europee hanno individuato diversi ambiti di intervento: il settore industriale, la mobilità e il settore dei trasporti, l’approvvigionamento di energia, il settore edilizio, la produzione di cibo, la tutela dell’ambiente e della biodiversità. Per ogni ambito sono fissati benchmarks settoriali[1], che concorrono all’obiettivo generale di medio periodo: quello di ridurre, entro il 2030, le emissioni di gas serra almeno del 55% rispetto ai livelli del 1990. Nelle previsioni dell’Agenzia europea dell’ambiente, questo dovrebbe porre il continente sulla rotta per la neutralità climatica entro il 2050.

 

La Commissione guidata da Ursula Von der Leyen desidera fortemente che gli obiettivi del Green Deal vengano tradotti in una serie di Leggi Europee sul Clima, impegnando gli Stati membri a rispettarli. La procedura di adozione della prima legge è partita il 4 marzo 2020, data in cui la Commissione ha proposto l’adozione del Regolamento che emenda quello 2018/1999, correggendone gli obiettivi. L’accordo tra gli Stati membri è stato raggiunto in sede di Consiglio Europeo nel dicembre 2020, adottando l’impegno di riduzione delle emissioni indicato per il 2030. L’adozione finale del nuovo Regolamento è da attendersi entro l’estate del 2021, durante il semestre di presidenza portoghese del Consiglio Europeo.

 

Le istituzioni europee lavorano ad altre strategie, che possano assicurare la messa in pratica dei principi e degli obiettivi climatici. Tra queste, degne di menzione sono: le Strategie energetiche europee, focalizzate sulle rinnovabili, sull’idrogeno e sul metano; la Strategia UE sulla biodiversità 2030; le Strategie riguardanti la gestione delle batterie e dei materiali chimici pericolosi[2].

Inoltre, con il Patto Europeo sul Clima e il Meccanismo europeo per una transizione giusta, la Commissione ha posto le basi per il coinvolgimento dei cittadini nel disegno del percorso verso la sostenibilità ambientale, oltre a creare una rete di protezione che assicuri le fasce economicamente più deboli della popolazione contro i costi sociali della riconversione.

 

Il finanziamento delle iniziative per la transizione ecologica, a livello comunitario e a livello nazionale, costituisce un’importante componente delle destinazioni di spesa nel QFP 2021-2027 e in Next Generation EU[3]. Dei 1800 miliardi di euro stanziati, circa 374 sono dedicati esclusivamente alle politiche per l’ambiente e le risorse naturali. Ma la “quota green” aumenta considerevolmente se si considera che per il clima è stato fissato un target del 30% delle risorse totali, includendo tra le politiche di coesione l’adeguamento al modello di sviluppo sostenibile e i fondi per le aree più vulnerabili alle conseguenze della conversione (circa 150 miliardi di euro).

 

L’attenzione nei confronti del finanziamento della transizione ecologica, nonostante il periodo critico, dimostra consapevolezza da parte dei leaders europei. E’ necessario ricordare che il Covid non ha affatto cancellato la problematica dei cambiamenti climatici e la necessità di trovare una soluzione di largo respiro.

La crisi sanitaria e il blocco delle attività dovuto al lockdown generalizzato hanno ovviamente assorbito le attenzioni dei governi e della UE, ma ciò non ha portato a rinunciare a conciliare crescita economica e ecologia. Anzi, le opportunità dello sviluppo sostenibile sono considerate centrali nel progetto europeo per rilanciare i settori devastati dalla crisi, creare occupazione di qualità e tutelare il futuro del continente e del pianeta.

 

Le proporzioni enormi della sfida, la realtà drammatica della crisi climatica, l’urgenza di trovare soluzioni condivise ed efficaci, pongono tutta l’Europa in prima linea, dai governanti ai cittadini comuni. Il quadro d’azione esaustivo promosso dall’Unione Europea non deve far credere che questo cambiamento possa essere semplicemente atteso passivamente.

Il radicarsi di un nuovo modello di sviluppo dipenderà anche dalla partecipazione dei cittadini, sia nell’evidenziare le problematiche (sociali o economiche) da risolvere, sia nell’individuare, attraverso il processo democratico, gli amministratori in grado di gestire la transizione.

 

 

 

Riccardo Raspanti

CIVITAS EUROPA – Divisione Economia

 

Note:

[1] La Comunicazione della Commissione del 11-12-2019 ne offre un quadro riassuntivo: COM(2019) 640

[2] Per approfondire si consiglia il portale UE dedicato, che rimanda ai documenti relativi alle diverse strategie: https://ec.europa.eu/info/strategy/priorities-2019-2024/european-green-deal\_it

[3] Si veda: Regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del 17 dicembre 2020

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