I tre vicoli ciechi che hanno portato alla guerra in Ucraina
La crisi ucraina è degenerata in guerra aperta. La Russia, insoddisfatta dai negoziati delle ultime settimane, ha deciso di giocare la carta militare.
La guerra russo-ucraina è cominciata de facto nel 2014. Annettendo la Crimea e dando manforte ai separatisti del Donbass i russi hanno minato l’integrità territoriale dell’Ucraina. Negli ultimi giorni, però, siamo entrati in una nuova, drammatica ed inaspettata fase.
Nel discorso di lunedì 21 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ha negato all’Ucraina la sua legittimità di Stato indipendente e sovrano: ha affermato che l’Ucraina è stata un’invenzione di Lenin e che l’attuale governo insediato a Kiev è un fantoccio occidentale. Pochi giorni dopo Putin è passato dalle parole ai fatti. Nella notte di giovedì 24 febbraio la macchina bellica russa è entrata in funzione con l’intento di infliggere un colpo fatale alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina.
Ma facciamo un passo indietro. Come si è potuti arrivare a questa situazione? In un articolo precedente abbiamo scritto che la crisi ucraina era descrivibile come un dilemma. Negli ultimi anni l’Ucraina, per rafforzare la propria sicurezza nazionale nei confronti della minaccia russa, si è avvicinata alla Nato, comprando armamenti e accogliendo consulenti militari. In realtà facendo ciò ha aumentato la sua insicurezza giacché la Russia non tollera che a Kiev vi sia un governo filo-occidentale militarmente potente e che ambisce ad entrare nell’Unione Europea e nella Nato.
In sostanza, gli sforzi ucraini finalizzati ad incrementare la sicurezza nazionale, pienamente legittimi e più che comprensibili alla luce della minaccia russa, hanno prodotto l’effetto opposto.
Non è possibile al momento dare una spiegazione esaustiva e onnicomprensiva della guerra in corso. Essa è il prodotto di un insieme di fattori che hanno a che fare con la storia, la geopolitica, i valori e l’equilibrio di potere tra Russia e Stati Uniti. Vi sono poi senza dubbio delle motivazioni che riguardano la situazione interna della Russia. Per fare luce sulle ragioni che stanno alla base dell’invasione serviranno anni, forse decenni.
Basandosi su fatti noti al pubblico, è possibile ipotizzare che il dilemma ucraino, degenerato in guerra, sia stato causato da tre distinti vicoli ciechi in cui Russia, Ucraina e Stati Uniti si sono infilati senza poi volerne e o poterne uscire.
Analizziamoli brevemente.
Il vicolo cieco russo
La Russia non tollera un governo ucraino ostile, ovvero filo-occidentale e che addirittura ambisce ad entrare nell’Unione Europea e nella Nato. Per Mosca, Kiev è diventata ostile in seguito alle proteste di Euromaidan, culminate con la fuga in Russia del presidente ucraino Viktor Janukovic. Da allora la Russia ha adottato nei confronti del vicino la seguente politica: se l’Ucraina mi è ostile, allora che sia debole.
Di conseguenza i russi hanno annesso la Crimea e sostenuto i separatisti del Donbass. Dividendo l’Ucraina l’hanno indebolita ma allo stesso tempo l’hanno spinta con decisione verso l’Occidente. Non sorprende che il governo ucraino, dal 2014 in poi, si sia avvicinato sempre di più alla Nato per proteggersi dall’aggressività russa.
La Russia si è rifiutata di cedere la Crimea e di interrompere il supporto fornito ai separatisti. Ciò ha impedito la normalizzazione delle relazioni con Kiev, che si è sempre più avvicinata all’Occidente.
Il vicolo cieco ucraino
L’Ucraina, alla luce dell’aggressione russa del 2014, si è rivolta agli Stati Uniti e ai loro alleati per rafforzare il proprio apparato militare.
Negli ultimi otto anni l’esecutivo ucraino non ha mai fatto mistero di avere ambizioni euro-atlantiche. Nel 2019 l’obiettivo di aderire ad Unione Europea e Alleanza Atlantica è stato inscritto nella costituzione.
Kiev non ha mai fatto retromarcia e ha proseguito con convinzione lungo il percorso euro-atlantico. Gli ucraini hanno comprato armi dai paesi Nato mentre militari occidentali si sono recati in Ucraina per addestrare le forze armate locali. Dal punto di vista russo questi sviluppi hanno rappresentato una minaccia, considerato il carattere antirusso dell’Alleanza e la competizione strategica con gli Stati Uniti.
Il vicolo cieco americano
Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno sempre sostenuto le aspirazioni del governo ucraino. Secondo gli americani, l’Ucraina, in quanto Stato sovrano e indipendente, ha la facoltà di aderire all’alleanza militare che preferisce e la Russia non ha il diritto di intromettersi.
Sebbene non sia mai stato definito un programma con scadenze precise, gli Stati Uniti e i loro alleati non hanno mai denunciato pubblicamente le ambizioni euro-atlantiche di Kiev. Al di là della questione dell’adesione formale alla Nato – resa improbabile dal perdurare della guerra nel Donbass e dalle divisioni interne all'Alleanza – nei fatti l’Ucraina si è avvicinata alla Nato. Infatti, gli Stati membri gli hanno venduto armi e inviato consulenti militari.
Washington ha quindi adottato una politica per certi versi ambigua: ha sempre sostenuto e considerato legittime le aspirazioni ucraine ma non ha mai stabilito una scadenza entro cui far entrare il paese nell’Alleanza. Nel frattempo, però, sia gli Stati Uniti sia alcuni loro alleati hanno contribuito al potenziamento delle forze armate ucraine.
Conclusione
La Russia si è rifiutata di cedere la Crimea e di abbandonare i separatisti del Donbass. L’Ucraina non ha mai rinunciato alle sue ambizioni euro-atlantiche e nel frattempo, con l’aiuto occidentale, ha rafforzato il proprio apparato militare. Gli Stati Uniti e i loro alleati non hanno mai escluso l’adesione di Kiev alla Nato e gli hanno venduto armamenti e fornito consulenza militare.
Russia, Ucraina e Stati Uniti sono arrivati a un punto in cui, se avessero fatto un deciso passo indietro, avrebbero perso la faccia. I negoziati delle ultime settimane non hanno risolto il dilemma e la situazione è degenerata. I russi, siccome non tollerano un governo ucraino ostile e filo-occidentale, sono intervenuti militarmente per imporre un cambio di regime.
Negli ultimi anni Russia, Ucraina e Stati Uniti hanno preso decisioni politiche che hanno aggravato la contrapposizione degli interessi. Ciò non significa che questi tre paesi siano ugualmente responsabili della situazione venutasi a creare. È la Russia, sia chiaro, che ha fatto degenerare tutto. Quella in corso, è bene precisarlo, è a tutti gli effetti una guerra di aggressione non provocata.
Ignorando i principi basilari del diritto internazionale, Mosca ha violato ancora una volta l’integrità territoriale del vicino. Questa volta, però, i russi non vogliono annettere una regione o dare manforte a dei separatisti. L’offensiva militare scatenata durante la notte del 24 febbraio ha lo scopo di cancellare l’Ucraina in quanto Stato sovrano ed indipendente.
CIVITAS EUROPA - DIVISONE RELAZIONI INTERNAZIONALI
Massimiliano Palladini
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