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Bombe e disillusioni

Post Cover - Bombe e disillusioni

Quando decidemmo di creare Civitas Europa, due erano le necessità che ci animavano. La prima era di dare una casa al pensiero europeista che accomunava (e accomuna tutt’oggi) i fondatori. La seconda riguardava la volontà di partecipare, con un piccolo contributo, alla vita pubblica dell’Italia e dell’Europa.

Nel nostro paese la domanda di partecipazione è spesso frustrata da costumi politici sedimentati, grovigli istituzionali e una certa disillusione nei confronti dello Stato, della sua integrità, della sua capacità di fornire risposte e di traghettare la comunità attraverso periodi storici oscuri.

Ogni 2 agosto il pensiero corre al più recente dei “periodi oscuri” della nostra storia. Una bomba (quasi) senza risposte, scoppiata all’improvviso una mattina d’estate e rimasta per sempre scolpita nell’immaginario collettivo, che ha scoperto le piaghe sul corpo dello Stato. Il costume politico immobilista che ha da subito rallentato le indagini, il dedalo istituzionale e burocratico che ha progressivamente fatto perdere le tracce dei perpetratori. Infine, le mancate risposte che hanno, anno dopo anno, alimentato il sospetto delle famiglie delle vittime, dei bolognesi, dell’Italia intera.

Lo Stato è una macchina troppo lontana e tenebrosa per essere compresa e vissuta come propria dal cittadino, si alimenta di legami d’ombra la cui matassa non deve mai essere sbrogliata, nemmeno per ridare pace a chi ha dovuto convivere con la fine violenta e atroce di un proprio caro.

Questa è l’eredità che ci hanno lasciato gli Anni di Piombo, aperti dalla bomba di Piazza Fontana e chiusi dalla bomba alla Stazione: il pantano della disillusione dopo la tempesta di violenza; il sollievo per la fine di una stagione buia della storia d’Italia, avvelenato dal permanere di enormi coni d’ombra nella ricostruzione degli avvenimenti.

Quando le risposte latitano viene voglia di dimenticare, cessando di farsi coinvolgere. Perché frustrare le proprie aspettative rispetto ad un sistema ingessato, impossibile da cambiare? Questa domanda viene posta ignorando che ci sono persone che non possono dimenticare, non possono estrarre certi avvenimenti dalla loro coscienza per chiuderli a chiave in un cassetto. Ancora oggi le associazioni dei famigliari delle vittime del 2 agosto attendono la verità, la cercano nelle piazze e nelle istituzioni, chiedono l’aiuto di un’opinione pubblica più propensa a compatire che a sostenere attivamente le loro istanze.

Ogni 2 agosto rifletto sui mali che affliggono il nostro Paese, che lo allontanano dall’Europa, che lo trascinano verso il declino. E a quanto sia più semplice ignorare questi mali, lasciare che siano altri ad occuparsene, rinunciando a far sentire la propria voce. Mai come oggi questo atteggiamento non può più essere giustificato. L’apatico politico deve riscuotersi, perché il Paese possa guardare al futuro. E fare, finalmente, i conti con il proprio passato. Tutta l’Italia lo deve alle vittime di Bologna e di tutte le altre stragi che hanno insanguinato il secolo scorso.

 

Riccardo Raspanti

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